USA - Iran La guerra comincia dalla geografia
USA - Iran
La guerra comincia dalla geografia
1° dicembre 2004 - La guerra tra USA e Iran è già cominciata con una battaglia sulla corretta nomenclatura geografica. Teatro dello scontro: la grande rete.
E' noto a tutti che l'Iran una volta si chiamava Persia. Ma non a tutti è noto che il nome "Iran" venne dato al paese nel 1935 dal filogermanico Reza Khan Palavi, padre di Mohammed Reza, lo Scià deposto dalla rivoluzione komeinista.
Era l'epoca in cui fervevano gli studi sulla civiltà indoeuropea, una vasta area culturale estesa dalle pianure dall'Himalaya all'Oceano Atlantico.
Reza Khan si convinse che il nome "Iran" fosse più consono alla storia del paese. Iran era infatti il nome che si diedero le varie tribù ariane che a partire dal 2.000 a.C. si stabilirono sull'altopiano iranico, portandovi la propria lingua e cultura (Persia viene invece da Parsa, nome della regione intorno a Persepoli, capitale spirituale dell'antico impero persiano).
La lingua iraniana (il persiano o pharsi) è indoeuropea, come anche il curdo, il sanscrito, il greco, il latino, il germanico, il pakistano, e tantissime altre. E' parlata anche fuori dell'Iran in Afganistan, Pakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan.
La denominazione "Golfo Persico" è nota fin dalla remota antichità, quando esisteva l'impero persiano, ma non esistevano ancora gli arabi, se non come tribù del deserto ancora lontane dal mettere piede sul palcoscenico della storia.
Permettete allora che con questo popo' di trascorsi, suoni alquanto fastidioso all'orecchio iraniano che il braccio di mare che bagna Iran, Kuwait, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati arabi venga ora definito dagli statunitensi "Golfo Arabico", capovolgendo con due parole una storia plurimillennaria.
In italiano il problema non si dovrebbe porre: quel golfo è sempre stato chiamato e tuttora si chiama Golfo Persico, nonostante molti scrivano "Golfo Arabico" anche in italiano, magari per sudditanza, forse inconsapevole, nei confronti di quelli che oggi comandano ("La lengua es hija del imperio", diceva l'imperatore spagnofono Carlo V).
Stufi di questo andazzo, un gruppo di esperti informatici iraniani ha deciso di passare all'attacco, creando una serie di siti web dove il visitatore, in cerca del "Golfo Arabico", viene severamente redarguito: "Il Golfo che stai cercando non esiste, prova con Golfo Persico. Il golfo che stai cercando non è disponibile. Nessun corpo d'acqua con questo nome è mai esistito. Il nome corretto è Golfo Persico, che è sempre stato e sempre sarà "Persian". Se hai scritto Golfo Arabico controlla se hai letto qualche libro di storia".
La reprimenda viene impartita non solo a coloro che si collegano al sito http://arabian-gulf.info o altri analoghi, ma anche a chi cerca "arabian gulf" su Google e clicca sulla prima occorrenza proposta o altre occorrenze di prima pagina.
L'iniziativa fa seguito a una polemica che ha coinvolto gli alti livelli dell'Amministrazione di Teheran. E' stata infatti vietata la vendita nel Paese della nota rivista National Geographic, dopo che questa ha continuato a perseverare nell'errore, ricorrendo piuttosto al sotterfugio di aggiungere ad "Arabic Gulf" la denominazione "Persian Gulf", che però è stata messa tra parentesi, come opzione secondaria.
Tra le misure di ritorsione c'è anche il divieto di mettere piede in Iran per i giornalisti di National Geographic, che conoscono (forse) la geografia ma non certo la storia.