Guerra di nomi sul web per il Golfo Persico
In lingua inglese viene definito anche Arabico, ma gli iraniani non ci stanno e fanno "spam" su Google
MILANO - Persico o arabico? In lingua italiana quando si parla di quel grande specchio di mare che bagna le coste di Iran, Kuwait, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e, in minima parte, Oman, lo si chiama senz'altro «golfo persico». Ma non in lingua inglese, dove
le due definizioni sono utilizzate in alternativa. E proprio questo fatto ha scatenato una lotta sul web. Terreno di scontro il palcoscenico più grande delle parole-chiave: il motore di ricerca Google.
SARCASMO - «Se hai scritto golfo arabico non farlo mai più e vatti a leggere un libro di storia. Non esiste nessuno specchio d'acqua al mondo con quel nome». Questo l'unico contenuto del primo sito che appare come risultato di ricerca di Google in lingua inglese scrivendo la parola chiave «arabian gulf». Gli autori - un gruppo di iraniani, secondo gli esperti - sono riusciti con varie tecniche informatiche a conquistare la prima posizione e molte altre (ma non tutte) nella prima schermata di ricerca con siti-civetta che dileggiano chi scrive la definizione "sbagliata" e indirizzano verso varie fonti online che sostengono il principio che il golfo persico, insomma il persian gulf, non sarà mai e poi mai arabico.
CRITICHE UFFICIALI - Il governo iraniano ha peraltro vietato la vendita nel Paese del National Geographic dopo che la prestigiosa rivista ha "sbagliato" a definre su una mappa lo specchio d'acqua. La definizione "persian gulf" era infatti stata messa solo tra parentesi, come seconda opzione. Tra le misure ritorsive anche il divieto di ingresso nel Paese dei giornalisti di quella testata.